Liberare l’energia con un tocco
Di EFT (Emotional Freedom Techniques, tecnica di libertà emotiva) non avevo sentito parlare fino a qualche tempo fa; a catturarmi è stata la sua apparente semplicità e il fatto che si fondi su una combinazione molto efficace: da una parte il collegamento con i meridiani energetici secondo la Medicina Tradizionale Cinese, dall’altra un profondo studio sull’influenza delle emozioni sulla salute e sul benessere generale.
Man mano che ho approfondito, ho scoperto che l’EFT è una tecnica estremamente versatile, adatta sia all’autotrattamento che alla pratica professionale, e che può integrarsi in modo armonioso con il Reiki, lo Shiatsu, lo Zen-Stretching®, la meditazione e altre discipline che si prendono cura della persona nella sua interezza.
Cos’è l’EFT – Le origini e i fondamenti della tecnica
Fondata sul presupposto della connessione tra mente e corpo, l’EFT è una tecnica di riequilibrio energetico e psico-emozionale che combina elementi di digitopressione sui meridiani (ispirati alla Medicina Tradizionale Cinese) con l’uso consapevole della parola, nello specifico, attraverso l’enunciazione di frasi che portano alla luce vissuti, emozioni, convinzioni.
La tecnica è stata sviluppata negli anni ’90 da Gary Craig, ingegnere americano e studioso di tecniche di auto-aiuto, a partire dal lavoro pionieristico dello psicologo Roger Callahan, già ideatore della TFT (Thought Field Therapy, terapia del campo di pensiero).
Craig ha semplificato e reso accessibile la pratica, strutturandola in una sequenza di punti da stimolare (i cosiddetti “tapping points”) e in uno schema ripetibile che può essere utilizzato in autonomia o con la guida di un operatore.
Alla base dell’EFT vi è l’idea che “la causa di tutte le emozioni negative è un’interruzione nel sistema energetico del corpo”. È così che, picchiettando con due dita determinati punti lungo i meridiani mentre si porta l’attenzione a un problema specifico (un’emozione, un ricordo, un disagio), si attiva un processo di liberazione e armonizzazione.
Questo gesto semplice, se fatto con presenza e sincerità, rimuove il blocco energetico e aiuta a ristabilire un flusso vitale più libero, favorendo il rilassamento, la chiarezza mentale e, molto spesso, un immediato sollievo.
La particolarità dell’EFT è che non si limita a trattare il sintomo, ma lavora in profondità su emozioni represse, schemi mentali e convinzioni limitanti, permettendo una trasformazione più ampia e duratura
L’EFT è una tecnica di auto-aiuto che unisce la stimolazione di specifici punti energetici (secondo i meridiani della Medicina Tradizionale Cinese) con l’enunciazione consapevole di emozioni e affermazioni.
Come si pratica:
1. Identificare un disagio (fisico, emozionale, mentale).
2. Valutarlo su una scala da 0 a 10 (intensità percepita).
3. Iniziare con la frase:
“Anche se provo [questo disagio], mi accetto profondamente e completamente.”
4. Stimolare picchiettando delicatamente con due dita, in sequenza, i principali punti EFT:
- lato della mano (“punto karate”)
- sommità del capo
- base del sopracciglio
- lato esterno dell’occhio
- sotto l’occhio
- sotto il naso
- mento, nella fossetta
- sotto la clavicola
- sotto l’ascella
5. Ripetere la frase o una forma abbreviata mentre si effettua il tapping.
6. Rivalutare l’intensità del disagio e ripetere se necessario, fino a una sensazione di sollievo.
Obiettivo:
Riequilibrare il flusso energetico, calmare il sistema nervoso, favorire la consapevolezza e l’accettazione di sé, alleggerire la carica emotiva.
Il meccanismo dello stress e il ruolo del tapping
Negli ultimi anni, diversi studi e testimonianze di operatori e ricercatori hanno evidenziato come l’EFT agisca non solo a livello energetico ed emozionale, ma anche sul piano neurofisiologico.
Quando ci troviamo di fronte a una minaccia, sia essa reale o percepita, entra in gioco una struttura del nostro cervello chiamata amigdala, che ha il compito di rilevare i segnali di pericolo e attivare la risposta di sopravvivenza: lotta, fuga o congelamento. Questa attivazione comporta una serie di reazioni a catena, tra cui il rilascio di cortisolo – l’ormone dello stress –, che prepara l’organismo a reagire rapidamente, ma che se rimane a livelli elevati troppo a lungo può generare tensione, ansia, insonnia e disturbi fisici.
Il tapping praticato nei punti dell’EFT sembra avere un effetto calmante diretto sul sistema limbico (dove ha sede l’amigdala), contribuendo a ridurre la produzione di cortisolo e a disattivare la risposta automatica di allarme. È come se il corpo ricevesse il messaggio: “Va tutto bene, non è più necessario restare in stato di allerta”.
Questa azione rende l’EFT particolarmente efficace per affrontare emozioni intense, traumi, paure e tensioni legate a esperienze passate o preoccupazioni future.
Ecco perché, già dopo poche sequenze, molte persone riferiscono un senso di sollievo, centratura e tranquillità.
Come si pratica l’EFT – Un gesto semplice, un cambiamento profondo
Una delle caratteristiche più interessanti dell’EFT è che, pur essendo una tecnica strutturata, è alla portata di tutti.
La sequenza inizia sempre da un momento di ascolto interiore, in cui si identifica un disagio, un’emozione, una tensione che si desidera affrontare. A questo punto si invita la persona a valutare su una scala da 0 a 10 l’intensità del disagio percepito.
Questo passaggio, apparentemente semplice, ha una duplice funzione: da un lato aiuta a prendere coscienza di ciò che si prova, dall’altro permette di verificare i cambiamenti nel corso della pratica.
Si prosegue quindi con la frase di avvio, che introduce il cuore della tecnica:
“Anche se provo questo [nome del disagio], mi accetto profondamente e completamente.”
Oppure, in varianti più dolci ma altrettanto potenti:
“Mi rispetto, mi onoro, mi accolgo così come sono.”
Questa affermazione è molto più di una formula: è un atto di accoglienza e compassione verso se stessi, un riconoscimento del proprio sentire senza giudizio.
Come nel Jin Shin Do®, la Via dello Spirito Compassionevole, anche qui si pratica una forma di auto-guarigione che parte dall’incontro amorevole con le proprie fragilità. Accettare ciò che c’è – un dolore, una paura, un blocco – è già una prima forma di liberazione, un passo per uscire dal tunnel e tornare a respirare.
L’accettazione come chiave di trasformazione
È curioso – e profondamente umano – osservare come molte persone che si avvicinano all’EFT partano da una condizione di disagio fisico, emozionale o mentale, ma facciano inizialmente fatica a pronunciare la frase di accettazione.
“Anche se provo questa ansia, mi accetto profondamente e completamente.”
“Anche se ho questo dolore alla spalla, mi rispetto così come sono.”
All’inizio può sembrare un paradosso. La mente si ribella: “Come faccio ad accettarmi se mi sento così male, se ho questo difetto, questo limite, questo dolore?”. Sembra più naturale rifiutare il disagio, volerlo eliminare a tutti i costi, come se solo allora si potesse tornare a stare bene o a essere degni di rispetto.
Eppure è proprio l’atto di accogliere anche ciò che non ci piace che innesca il cambiamento. Pronunciare quelle parole – anche se all’inizio sembrano strane, persino false – è come aprire una porta: ci si concede di essere interi, anche nelle proprie imperfezioni.
E in quella accettazione, qualcosa si scioglie. Il corpo si rilassa, l’energia torna a fluire, l’emozione si ammorbidisce.
È un momento prezioso, spesso accompagnato da un respiro più profondo, uno sguardo diverso, una nuova lucidità.
Un sostegno per il benessere globale
Va sempre ricordato – con chiarezza e responsabilità – che quando non si sta bene è fondamentale rivolgersi prima di tutto a un medico. L’EFT non si propone come alternativa a cure mediche o psicologiche, ma può rappresentare un valido complemento: un gesto autonomo, semplice e rispettoso che accompagna e sostiene il percorso di ritorno all’equilibrio, sia a livello energetico che emotivo.
Molte persone trovano beneficio nel praticarlo in autonomia, come forma di igiene emozionale quotidiana, oppure con il supporto di operatori qualificati, per approfondire aspetti più delicati e ripetitivi.
Nel rispetto del proprio sentire, dei propri tempi e delle eventuali terapie in corso, l’EFT non impone nulla, ma invita ad ascoltarsi e prendersi cura di sé in modo attivo, partecipe e delicato. È uno strumento che può integrare con naturalezza discipline come il Reiki, lo Shiatsu, lo Zen-Stretching®, il Jin Shin Do® e altre vie di consapevolezza corporea ed energetica, accompagnando con leggerezza il cammino verso una maggiore armonia.
Per questo motivo, al centro Il Vaso di Pandora è nato il progetto “EFT alla prova”: un’iniziativa che propone incontri periodici di pratica e confronto, con la raccolta di esperienze e materiali di studio. Un’occasione per sperimentare l’EFT in modo diretto, condividere riflessioni, approfondire conoscenze e accompagnarsi con fiducia nel percorso di trasformazione. Le date degli incontri vengono pubblicate nella newsletter periodica del centro.
Chi è l’autrice
Silvia Marchesa Rossi insegna tecniche di riequilibrio energetico come Shiatsu, Jin Shin Do®, Reiki, Zen-Stretching® e Ipnosi. Opera tra Milano, Piemonte e Parigi, offrendo corsi e sessioni in presenza e online.
Bibliografia essenziale su EFT
- Gary Craig, Il Manuale di EFT (versione italiana dell’“EFT Manual”). Il testo fondante, scritto dal creatore dell’EFT. È disponibile anche gratuitamente in alcune versioni PDF e Kindle unlimited autorizzate.
- Dawson Church, La forza del cervello quantico, My Life – 2019 Uno dei ricercatori più attivi sull’EFT, Church combina pratica e ricerche scientifiche. Include riferimenti a studi sul cortisolo e l’effetto sul sistema nervoso.
- Nick Ortner, The tapping solution – My Life Edizioni, 2014. Ottimo per un primo approccio. Ricco di esempi, storie reali, spiegazioni passo passo.
- Fred Gallo, Energy Psychology, (in inglese). Approccio clinico e integrato. Include riferimenti anche ad altre tecniche di psicologia energetica, utile per un confronto.
- Peta Stapleton, The Science behind Tapping, Hay House, 2019 (in inglese). Approfondimento sulle basi neuroscientifiche dell’EFT, con ampio riferimento a ricerche peer-reviewed.