Strategia per una guarigione spontanea

liberare la “corazza” per contattare il “nucleo”

Dalla Bioenergetica alla digitopressione Jin Shin Do®

di Pierluigi Duina, Senior Authorized JSD Teacher.

Secondo la medicina tradizionale cinese il corpo umano si divide in aspetti yin ed aspetti yang, due forze complementari ed opposte presenti in tutto l’universo. Come si può vedere nella fig. 2 la parte superficiale del corpo, composta prevalentemente dalla muscolatura, è considerata yang rispetto a quella profonda che, di natura più yin, è formata dagli organi interni (zang-fu).

La parte esterna del corpo umano, adibita principalmente alla difesa, può essere paragonata ad una corazza. La sua funzione è facilmente intuibile specie in tempo di “guerra”, ovvero in quei momenti in cui l’individuo è costretto a doversi chiudere e difendere dagli eventi esterni che lo minacciano. Essa inizia a formarsi, proprio come protezione, a seguito delle prime ferite interiori subite durante l’infanzia, facendo poi perdere all’adolescente la sua spontaneità. Se la corazza rimane anche in tempo di “pace”, l’individuo non riesce più a disfarsene, rimanendo costretto a dover compiere ogni azione sopportandone il peso, la limitatezza che ne consegue e la rigidità. La presenza di una corazza cronica può generare un insieme di sensazioni e disturbi tra i quali: dolori e rigidità muscolare, difficoltà di movimento, chiusura verso gli altri, senso di isolamento, apatia.

All’interno della corazza, protetta e ben chiusa, troviamo la parte yin, l’insieme degli organi interni (zang-fu). La sua funzione è quella di produrre e far circolare Qi (energia) e Xué (sangue), al fine di nutrire e dare vitalità all’intero sistema corpo-mente. Gli organi interni, secondo la medicina tradizionale cinese, si associano alle varie emozioni, ognuna delle quali ha la sua giusta funzione ed uno scopo nella vita. Quando un organo perde il suo equilibrio, – 1 – anche la sua emozione relativa può subire una variazione trasformandosi in emozione estrema.

La digitopressione Jin Shin Do® ha inserito nella pratica della medicina tradizionale cinese, basata sui meridiani (una circolazione “verticale” dell’energia), la teoria dei segmenti reichiani (una circolazione “orizzontale” dell’energia). I segmenti formano la corazza e sono simili ad anelli che dividono il corpo orizzontalmente. Essi possono irrigidirsi come atteggiamento difensivo nei confronti della vita. E’ questo il motivo per cui l’uomo non riesce ad esprimere le proprie emozioni e a liberarsi da vecchi traumi e schemi comportamentali. E’ un problema che viene aggravato dalla vita moderna e sconosciuto agli antichi cinesi.

La corazza rappresenta quindi, oltre alle rigidità corporee, anche gli atteggiamenti (come noi manifestiamo le emozioni oppure come le controlliamo o addirittura le tratteniamo), mentre gli organi interni generano ed esprimono le emozioni. Gli organi interni inoltre, nel loro profondo e nella loro condizione di equilibrio, custodiscono delle potenzialità energetiche e spirituali: le così dette “anime”. Le anime danno la possibilità di evolvere emotivamente e spiritualmente, di riuscire nella vita, di essere il nostro vero Sé.

Nella fig. 3 le anime sono rappresentate come nucleo, una parte che può anche essere definita saggezza, equilibrio, Tao, purezza, inconscio… Attraverso la pratica del Jin Shin Do® è possibile rilasciare la corazza e permettere al ricevente di entrare in contatto e liberare le proprie emozioni represse. Questo darà poi la possibilità al nucleo di esprimere le sue potenzialità, ed entrandovi in contatto il ricevente potrà tornare ad avere fiducia in se stesso e nelle proprie capacità di autoguarigione. Potrà tornare a fidarsi del suo inconscio sapendo che troverà la soluzione al suo problema.

Non possiamo però cercare di rilasciare la corazza unicamente lavorando su di essa, è necessario sostenere contemporaneamente la manifestazione delle emozioni e contattare il nucleo per fare sì che la nuova fiducia in se stessi, negli altri e nella vita in generale, diano al ricevente la sicurezza e la forza interiore.

Ciò permetterà di per poter lasciare andare altri strati della corazza. Nella digitopressione Jin Shin Do® l’approccio è sempre olistico. Il corpo non viene separato dalla mente e dallo Shen (spirito nel senso cinese taoista). Non si separa quindi l’individuo dalla malattia, il momento in cui il disagio, più forte del suo contenimento (la corazza), tende ad uscire e manifestarsi. Che cosa sta succedendo nella persona nel momento in cui si manifesta un disagio pressante o una malattia conclamata? Il disagio è diventato più forte della corazza? Oppure è la corazza che si sta rilasciando?

E’ un momento di maggior sensibilità e quindi di crescita? E’ sempre difficile comprendere fino in fondo a quale punto del suo cammino si trovi Uke. Possiamo però pensare che il suo disagio, ciò su cui il ricevente vuole lavorare durante i primi trattamenti, sia la punta dell’iceberg, la parte del suo essere disponibile al cambiamento. Il ricevente si sente pronto ed è disponibile ad un lavoro che parta dalla punta di quell’iceberg.

La sua parte razionale non sa bene fino dove questo lavoro lo porterà, ma la sua parte inconscia, il suo nucleo, probabilmente sì. Jin Shin Do® diviene così lo strumento con cui il praticante esperto aiuta il ricevente a contattare le proprie potenzialità. E’ probabilmente necessario attraversare la corazza (gli atteggiamenti e gli organi yang) per giungere alle emozioni (gli organi yin) e quindi raggiungere il Nucleo (anima – inconscio – saggezza interiore – Sè – Tao – “potenzialità”).

Quando gli organi sono in equilibrio, anche le emozioni presenti nella nostra vita con la giusta intensità, sono in armonia e in sinergia tra loro. Quando invece un organo si trova in squilibrio energetico, in carenza o in eccesso di Qi (energia), allora è possibile che la sua emozione relativa diventi a sua volta estrema. La paura ad esempio, l’emozione sinergica del rene legata all’istinto di sopravvivenza che ci preserva dai pericoli, da una parte può trasformarsi in troppa paura e al suo estremo in fobie, e dall’altra in avventatezza.

fobie <– troppa paura <– paura –> avventatezza

Riassumendo
Come abbiamo visto, la digitopressione Jin Shin Do® è una disciplina evolutiva, che permette al ricevente di lasciare andare la rigidità fisica e comportamentale della corazza, per poi contattare e trasformare le emozioni estreme in sinergiche. Lungo questo percorso di crescita vengono anche tenute in considerazione le manifestazioni somatiche, manifestazioni superficiali di disagi profondi dello Shen. La digitopressione Jin Shin Do® ci offre l’opportunità di evolvere partendo da un sintomo fisico o un disagio emotivo, per giungere ad una migliore qualità della vita attraverso una vera e propria riscoperta del proprio essere.

Qualche informazione tecnica
Iona Marsaa Teeguarden, psicoterapista statunitense e fondatrice negli anni ’70 del Jin Shin Do®, fece confluire nella digitopressione Jin Shin Do® alcuni aspetti di psicologia moderna quali principalmente il Body Focusing di Gandling, l’Ipnosi Ericksoniana e la Bioenergetica di Lowen. Secondo la Teeguarden le discipline orientali, che ebbero la loro origine nell’antichità sulla base delle esigenze del tempo in regioni del mondo agli antipodi della nostra, spesso non incontrano del tutto le esigenze dei riceventi “occidentali” e “moderni”. L’occidente ha indubbiamente molto da imparare dalla saggezza e dalla filosofia orientale. Ma in una società come la nostra, carica di stress, dove prevalgono l’aspetto razionale, il controllo delle emozioni, la capacità organizzativa, lo studio comportamentale, la capacità di proporsi, le tecniche di vendita corazzarsi, quale adeguamento alla vita di tutti i giorni, diviene l’unica cosa possibile. Sono così necessarie delle tecniche adeguate, che siano state sviluppate in occidente sulle basi di quelle orientali, che siano state sperimentate e si siano dimostrate efficaci nel tempo.

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